giovedì 27 ottobre 2011

Non ancora e mai


Io non sono ancora il Cristo
io non sono ancora
e mai un uomo
 


io sono questa
infinita
possibilità.

da "il Sesto Angelo , David Maria Turoldo

Luca 13,22


Quasi non riesco a crederci. È vero che ci sono dei momenti in cui uno crede di non poter proprio andare avanti. Ma si va sempre avanti, anche questo s’impara col tempo – però il passaggio che abbiamo intorno appare improvvisamente mutato, il cielo diventa basso e nero, il nostro modo di sentire la vita subisce dei grandi mutamenti e il nostro cuore diventa completamente grigio e millenario”.
Chi scrive stava per essere deportata in un campo di concentramento, sarebbe morta dopo pochi giorni, eppure le sue parole sembrano descrivere lo stato (quo o d’animo come volete) di molti di noi...
Vite ammalate, nate nella ricchezza e morte nell’ insoddisfazione che si costringono a vivere in un campo di concentramento mai dismesso, dentro prigioni costituite di “cose” che godono d’un tempo limitato, mortificando il corpo, riducendolo cioè ad un insensibile involucro precario di un’anima soffocata e umiliata, aggiungendo "atomi di odio" al mondo e rendendolo affatto ospitale.
“M’ ha preso la tristezza al pensiero del lungo cammino. Non e’ vero, Monsieur, che questo e’ del tutto naturale anche quando si sa che alla fine di quel cammino c’e’ la felicità?” domandava Margherita al Diavolo.
Non ricordo la risposta del Diavolo ma sono convinta della legittimità della domanda e più in generale di ogni domanda che tenta d’approdare ad una risposta degna di quella piccolissima parte d’Inifinito che ci portiamo dentro. E se essa combaciasse con l’ Infinito che è fuori, che è la Creazione di, per e con l’essere umano stesso, sarebbe l’arcobaleno...quello che ieri è apparso a Pontevedra dopo un violentissimo tifone durato 5 minuti. Segno che si va sempre avanti passando per le "porte strette", mentre siamo in cammino verso Gerusalemme...



giovedì 20 ottobre 2011

MISSIONE ė SEDERSI DOVE LA GENTE SIEDE E LASCIARE CHE DIO AVVENGA

L’omicidio di Padre Tentorio nell’isola di Mindanao mi ha portato ancora una volta a riflettere sulla potenza del messaggio di Gesù Cristo. O siamo CRISTIANI radicali, nel senso etimologico del termine, non ritorniamo cioè alla radice, CHE NON ė ALTRO SE NON LA LETTERA VIVA DEL VANGELO, o non possiamo dirci tali.

 http://www.youtube.com/watch?v=cF4RaSz4-Hk


Missionario anti lobby

Dietro l'omicidio Tentorio forse i latifondisti filippini.
di Alessandro Ursic (LETTERA43)
Articolo completo
Difendeva gli indigeni della tormentata isola di Mindanao, nel Sud delle Filippine, ma qualcuno non gradiva il suo lavoro. E così padre Fausto Tentorio, 59 anni, parroco della città di Arakan valley è stato freddato lunedì 17 ottobre da un sicario che lo ha atteso all’uscita di casa, per sparagli tre colpi e poi dileguarsi a bordo della motocicletta guidata dal complice.
Il missionario, che lavorava da 30 anni al fianco delle marginalizzate tribù locali dei Lumad, era diventato una spina nel fianco dell’industria mineraria e dei proprietari di piantagioni.
OPPOSITORE DELLE LOBBY MINERARIE. Già nel 2005, il sacerdote originario di Santa Maria Hoè in provincia di Lecco, minacciato da tempo per quanto stava facendo in difesa dei diritti degli indigeni, raccontando in prima persona un agguato a cui era scampato, aveva spiegato il suo ruolo scomodo sull'isola. «Da almeno tre anni», aveva scritto Tentorio, «i tribali dei villaggi si stanno opponendo al piano di alcuni politici e alcune compagnie di impossessarsi delle loro terre per farne piantagioni di banane e ananas. Sono stato coinvolto da quando li abbiamo sostenuti nella lotta per la difesa delle loro terre ancestrali».
Sulla zona, ricca d’oro e altri metalli, avevano infatti messo gli occhi anche alcune aziende minerarie, trovando in Tentorio un formidabile avversario.

A sostegno dei diritti delle popolazioni locali

Padre Giulio Mariani, missionario a Zamboanga (sempre sull’isola di Mindanao) che conosceva il sacerdote fin da quando era uno suo studente al seminario di Monza, negli Anni 70, ha spiegato a Lettera43.it il lavoro di Tentorio: «Fausto cercava di dare alle popolazioni tribali un riconoscimento all'interno della società filippina, difendendo i loro diritti. Era la voce di chi non ha voce: la gente gli voleva tanto bene, per loro era un fratello e con lui si sentivano a casa. Ormai si vestiva e parlava quasi come loro».
«Padre Pops», come lo chiamano affettuosamente i locali, si prendeva cura degli indigeni a livello sanitario, mandava i loro bambini a scuola e li aiutava nel riconoscimento dei loro diritti sulle terre ancestrali. Le stesse che facevano gola a chi le voleva utilizzare a scopi commerciali, espropriando i residenti.
MINACCIATO DAI «BAGANI». Padre Tentorio era già sfuggito a un agguato nel 2003. Alcuni dei suoi fedeli lo avevano messo in allarme riguardo la presenza di uomini armati che lo attendevano per sorprenderlo a metà tragitto durante una trasferta in un paese vicino.
Le bande di «Bagani», una milizia indigena assoldata per terrorizzare la popolazione, lo minacciavano di «tagliargli la testa, arrostirgli le orecchie e mangiarsele». Grazie alla soffiata, padre Tentorio attirò in un altro paese i Bagani mandati a ucciderlo.
UCCISO PER VECCHI RANCORI. A confermare il ruolo scomodo del missionario, anche il fratello Felice, che si è detto certo della vendetta. «Mio fratello», ha detto Tentorio, «penso sia stato ucciso per vecchi rancori». E la versione è confermata anche dai collaboratori del sacerdote. «Chi lavorava con Fausto», ha continuato Felice, «mi ha detto che non erano arrivate minacce e quindi l'assassinio potrebbe essere legato a vecchi rancori, dovuti al suo impegno a favore delle popolazioni locali. Fausto ha sempre difeso gli abitanti della zona dai latifondisti che volevano espropriare i terreni».

Le accuse al governo di Aquino III per il clima di impunità

Un’associazione locale per i diritti umani, «Bagong Alyansang Makabayan», ha accusato intanto il governo del presidente Benigno «Noynoy» Aquino III per non aver fatto abbastanza contro il clima di impunità che impera a Mindanao, una terra contesa tra cristiani e musulmani impegnati - e divisi in diversi gruppi ribelli - in una lotta separatista da Manila.
«Aquino ha le mani sporche di sangue per questo ennesimo omicidio», è l’accusa del gruppo, che quest’anno conta già altri cinque assassinii di attivisti contro le miniere.
Secondo l’associazione, i «Bagani» sono una creazione dell’esercito filippino per favorire gli interessi commerciali nella zona.
MISSIONARI AD ALTO RISCHIO. «Purtroppo c’è sempre la possibilità di essere uccisi per il nostro lavoro», ha spiegato padre Peter Geremia, un sacerdote italo-americano che avrebbe dovuto vedere Tentorio proprio lunedì 17 ottobre in un incontro tra religiosi del presbiterio di Kidapawan.
«Ci sono diversi gruppi armati contrari all’impegno pastorale per difendere i diritti e le terre degli indigeni, o semplicemente persone che si aspettano un aiuto finanziario e si indispettiscono se non lo ricevono. Recentemente però la situazione sembrava essersi calmata. Avevo visto per l’ultima volta padre 'Pops' il mese scorso, era sereno».
Chi l’ha ucciso, probabilmente, stava invece già progettando il modo in cui toglierlo di mezzo.
Lunedì, 17 Ottobre 2011

Tagore per mano



Dove son già fatte le strade,
  io smarrisco il cammino.
Nell’oceano immenso, nel cielo azzurro
  non è traccia di sentiero.
Il viottolo è nascosto
  dalle ali degli uccelli, dal fulgor delle stelle,
dai fiori delle alterne stagioni.
  E io domando al cuore,
se il suo sangue porti con sė
  la conoscenza dell’invisibile via.

lunedì 10 ottobre 2011

Via col vento




Si dice che le Filippine siano attraversate da 21 uragani nell'arco dell'anno. Il sedicesimo del 2011, il primo per me, si chiamava “Nesat”. Il suo nome certo non l'ho scoperto qui a Pontevedra, dove proprio nessuno si domanda come si chiama l'uragano di turno che si abbatterà implacabile con effetti devastanti. Sebbene l'isola di Negros ne risenta solo “marginalmente”, a differenza della capitale Manila e delle isole a Nord di Luzon, si fa fatica a dormire la notte.
Il vento urla con violenza tale da imporre silenzi oranti, la pioggia sembra rovesciarsi direttamente dall'Oceano, la terra a testa in giù. Il cielo scompare per lasciare spazio a lampi fragorosi che illuminano le stanze a giorno per pochi secondi. Gli Agenti atmosferici con-ducono interrogazioni perentori nella mia testa: intere famiglie non dormiranno stanotte sommerse dall'acqua...
A causa degli allagamenti le risaie perdono i loro frutti e se il riso manca l'unico cibo è il pesce ancora da pescare; molti non torneranno a riva.
Mancano ancora 4 tifoni prima della fine dell'anno, il prossimo è già qui..