mercoledì 21 dicembre 2011

Natale in com-pagnia di Dostoevskij

Avevo deciso di non pubblicare i miei auguri per questo Natale sul blog. Non tutti possono comprendere, mi son detta. Ma così facendo avrei commesso un gravissimo errore: quello di nascondere la testa sotto la sabbia, come fa il 70% e forse più, dei cristiano-cattolici, e celebrare, come chi invece non CREDE ALLE BUONE NOTIZIE, un momento (e non "IL NATALE"!) di festa, piena di regali sotto l'Albero, luci artificiali che abbagliano e rendono ciechi, apparenza e lustri che non possiamo più permetterci perchè "mancano i soldi", come se il Natale fosse qualcosa "da comprare" piuttosto che QUALCUNO DA ACCOGLIERE!

Non si dovrebbe correre, OGGI più che mai si dovrebbe STARE, ATTENDERE, SPERARE, ESSERE PRONTI A RICEVERE PER POTER DONARE NUOVAMENTE. IN SILENZIO "STUPISCE CHI NON CAPISCE".

Pensieri augurali che valgono sempre, non solo il 25 dicembre (data fittizia!): 

In una lettera indirizzata ad un amico Dostoevskij scriveva: 

Avendo perso tanti soldi..., dall'inizio dell'anno speravo fermamente che la poesia non mi avrebbe abbandonato, che l'idea poetica sarebbe balenata e si sarebbe sviluppata artisticamente almeno per la fine dell'anno e che avrei potuto accontentare tutti. Ciò mi sembrava tanto più probabile in quanto sempre nella testa e nell'anima mi balenano e si fanno sentire molti embrioni di idee artistiche. Ma balenano soltanto, mentre è necessaria UNA PIENA INCARNAZIONE CHE AVVIENE SEMPRE IN MODO INATTESO E IMPROVVISO, SENZA CHE SI POSSA CALCOLARE QUANDO ESSA AVVERRà: E SOLO DOPO, QUANDO SI HA NEL CUORE LA PIENA IMMAGINE, SI Può PASSARE ALL'ESECUZIONE ARTISTICA”.


Ecco a me pare che il Natale DI FEDE, quello di coloro che credono cioè nel  Cristo, Verbo di Dio incarnato, sia questo, al di là del tempo liturgico: “un'incarnazione così piena e inattesa” che non siamo pronti a ricevere (proprio come la “prima venuta” del Cristo!) poichè sbalorditiva e abbagliante all'umana comprensione. C’è TEMPO però di accorgersene, anche se per brevi attimi, dal momento che il Padre ha voluto che proprio noi fossimo testimoni e quindi annunciatori del suo meraviglioso progetto:

Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.

“La piena immagine” sarà allora quando riusciremo a trasformare il nostro cuore in una mangiatoia: nutrirci della Parola di Dio, cibo di vita eterna, e allo stesso tempo, “farci pane per essere sbriciolati dalle belve” (Sant'Ignazio di Antiochia).

Che “l'esecuzione artistica” abbia presto inizio!

SANTO NATALE

Nota: le Filippine sono tormentate dagli uragani, molti muoiono, io non posso far altro che guardare a quella luce della foto che congiunge le meraviglie del cielo e quelle della terra, anche se quest’ultime sono al buio...


venerdì 16 dicembre 2011

MASS-KARA

“Il lieve ronzio delicato e danzante di una zanzara era nell'aria, il brusio elettrico di una vespa nascosta voluttuosamente nel suo speciale nido caldo e roseo. La musica era abbastanza forte perchè egli potesse riconoscere il motivo. Montag sentì che il suo sorriso si dissolveva, si scioglieva e si ripiegava su se stesso come una vernice di sego, come la sostanza di una fantastica candela che avesse bruciato troppo a lungo e ora, spiaccicandosi, si fosse spenta con un soffio. Tenebre. No, non era felice. Non era felice. Si ripetè le parole mentalmente. Riconobbe che questa era veramente la situazione. Egli portava la sua felicità come una maschera e quella ragazza se n'era andata per il prato con la maschera e non c'era modo di andare a battere alla sua porta per riaverla.”
                                                                                                        Ray Bradbury, Fahrenheit 451

giovedì 8 dicembre 2011

AVVENTO 2011

NON C'E GIOIA SENZA SACRIFICIO
NON C'E SORRISO SENZA PIANTO
NON C'E DISCESA SENZA SALITA
NON C'E AMORE SENZA RINUNCIA


giovedì 1 dicembre 2011

SE CI FOSSE UN UOMO

Se ci fosse un uomo
un uomo nuovo e forte
forte nel guardare SORRIDENTE
la sua oscura realtà del presente.

Se ci fosse un uomo
forte di una TENDENZA SENZA NOME

se non quella di umana elevazione
forte come una vita che é in attesa
di una rinascita improvvisa.
 

Se ci fosse un uomo
generoso e forte
forte nel gestire ciò che ha intorno
senza intaccare il suo equilibrio interno
forte nell'odiare l'arroganza
di chi esibisce una falsa
coscienza
forte NEL CUSTODIRE CON IMPEGNO

LA PARTE PIU' VIVA DEL SUO SOGNO
se ci fosse un uomo.

Questo nostro mondo ormai è impazzito
e diventa sempre più volgare
popolato da un assurdo mito
che è il potere.

Questo nostro mondo è avido e incapace
sempre in corsa e sempre più infelice
popolato da un bisogno estremo
e da UNA SMANIA VUOTA CHE SAREBBE VIVA

se ci fosse un uomo...

Allora si potrebbe immaginare
un 
umanesimo nuovo
con la speranza di veder morire
questo nostro medioevo.

Col desiderio
che in una terra sconosciuta
ci sia di nuovo l'uomo
al centro della vita.

Allora si potrebbe immaginare
un neo rinascimento
un individuo tutto da inventare
in continuo movimento.

Con la certezza
che in un futuro non lontano
al centro della vita
ci sia di nuovo l'uomo.

Un uomo affascinato
da uno spazio vuoto
che va ancora popolato.

Popolato da corpi e da
ANIME gioiose
che SANNO ENTRARE DI SLANCIO

NEL CUORE DELLE COSE

Popolato di fervore

E DI GENTE INNAMORATA

MA CHE CREDE ALL'AMORE 

COME UNA COSA CONCRETA

Popolato da un uomo
che ha SCELTO IL SUO CAMMINO
senza gesti clamorosi
per sentirsi qualcuno.

Popolato da chi vive
senza alcuna ipocrisia
col rispetto di se stesso
e della propria pulizia.

Uno spazio vuoto
che va ancora popolato.

Popolato da un uomo talmente vero
che non ha la presunzione
di abbracciare il mondo intero.

Popolato da chi crede
nell' individualismo
ma combatte con forza
qualsiasi forma di egoismo.

Popolato da chi odia il potere
e i suoi eccessi
ma che apprezza
un potere esercitato su se stessi.

Popolato da chi ignora
il passato e il futuro
e che inizia la sua storia
dal PUNTO ZERO

Uno spazio vuoto
che va ancora popolato.

Popolato da chi é certo
che la donna e l'uomo
siano il grande motore
del cammino umano.

Popolato da un bisogno
che diventa l'espressione
di un gran senso religioso
ma non di
religione.

Popolato da chi crede
in una fede
sconosciuta
dov'é la 
morte che scompare
quando appare la vita.

Popolato da un uomo
cui non basta il crocefisso
ma che cerca di trovare
un Dio dentro se stesso

                               GIORGIO GABER

venerdì 18 novembre 2011

My darling I'll always love you



Lolo Federico ha chiamato la Morte per nome, l'ha cercata, l'ha accarezzata. Sedeva tra noi nei nostri ultimi incontri ed  io l'avrei afferrarta e cacciata nei campi, lontano, se solo avesse assunto sembianze umane. La sua prepotente presenza non m'ha peraltro permesso di portare a compimento una promessa che Lui, con spirito supplichevole - “T'aspetto la settimana prossima è? Ricordati!” -, m'aveva sfilato un giorno: suonargli e cantargli una canzone.
“La stagione dell'Amore” di Battiato. L'avevo riposta nel fodero della chitarra convinta dell'ineluttabilità del momento del trapasso, invece: “nuove possiblità per conoscersi...”, misera ricompensa per le ore regalate all'immobilità del tempo nello spazio, persi entrambi non si sa bene dove, non si sa bene quando.

Il suo viso è cambiato in questo tempo, come cambiano le risaie infuriate dalle piogge, colme di nuovi chicchi, colorano i campi di verdi spighe. 
Solchi sempre più profondi hanno scavato la sua pelle delicata, inasprendo lo sguardo, gelato da occhi d'un grigio buio e irrisoluto.
 Venerdì scorso, mentre gli lavavo le gambe, esili radici di una pianta ormai appassita, un acre odore m'ha afferrato le narici. Era l' odore della pelle bruciata dal sole furibondo, negli anni di gioventù trascorsi a vagabondare in luoghi mitici, Valladolid, La Carlota, La Castellana; nomi che rievocano secoli di colonizzazioni feroci, di imposizione arbitrarie, di possedimenti forzati, che segnano oggi il confine netto tra ricchezza e povertà, tra chi possiede e chi è posseduto.
 La lucidità folle di Lolo implorava allora di accompagnarlo in quei posti lontani solo alla memoria, dove avrebbe potuto riabbracciare un parente-amico di scorribande, già scomparso. Insieme avrebbero potuto combattere ancora, contro il dittatore Marcos, nelle file dell'Npf, nascosti tra i bananeti, al limitare delle risaie. Lui aveva ancora l'arma, compagna vendicativa se mal riposta, con cui aveva ferito per sbaglio la sua unica e inerme figlia.

Oggi la sua follia s'era appartata e con gioia insperata lo ritrovo sereno, sorridente, a tratti accogliente e affamato. Mentre gusta il pane e il succo d'arancia che gli abbiamo portato intona una nuova canzone: “My darling, even if you leave, I'll always love you....”, dice d'averla composta lui...

giovedì 10 novembre 2011

HOMO IN-SAPIENS


In essa c'è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia,
terso, inoffensivo, amante del bene, acuto,
libero, benefico, amico dell'uomo, stabile, sicuro, senz'affanni,onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi.”   (Sp 7,22)
 Si parla della Sapienza, per coloro che non maneggiano il testo biblico.
 Ebbene mi domandavo, di fronte a questo breve spunto, come è possibile che tutti deriviamo dal famoso Homo Sapiens, addirittura alcuni dalla sottospecie Sapiens Sapiens?
Considerazione breve e contestabile, per carità:  il “Sapiens” della scienza è considerato tale “solo” perchè dotato di un cervello inteso come scatola cranica,  involucro, forma;  la “Sapientia” della fede è invece tutto quello che noi non siamo, perchè se ci appartenessero solo un paio di quegli aggettivi sopraelencati  QUESTO MONDO OLTRE A GIRARE VERSO SINISTRA, LA SMETTEREBBE PURE DI GIRARE SU SE STESSO!!!

 “La vera differenza non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa                                                                                                            Carlo Maria Martini