venerdì 26 agosto 2011

D-io


Nel mio pellegrinaggio passato è stato tante cose che non ho saputo leggere, OGGI riesco a farlo spesso ma purtroppo non sempre.
Dio è stata la mia nascita dopo un “ritardo” di tre anni. Dio mio padre che pettinavo quando ero piccola sulla sponda del letto e che oggi mi rimprovera la sua calvizie, Dio mia madre che ho incolpato, allontanato e disapprovato per lunghi anni perchè mi parlava di Gesù e mi educava all'amore per il prossimo, di ogni prossimità, tranne che la mia; la mamma che oggi sento è l'unica che mi comprende veramente e mi sta vicina, mi coccola come nessuno al mondo, come soltanto mia madre farebbe!
Dio, è mio padre e mia madre, che hanno sempre accolto con i tempi imperfetti di ogni genitore le gioie e i dolori di quattro imperfetti figli e dei figli e delle figlie che bussavano alla nostra casa. Dio è il loro esempio, il carico materiale ma soprattutto emotivo che comporta l'Amore di ogni essere umano, qui lontano e lì vicino.
Dio mi spingeva fuori laddove le solitudini si facevano più marcate e poi mi prendeva per mano e mi riportava alle radici dove ho sempre tratto il coraggio di non cedere alle facili sicurezze anche se a volte mi sento stanca, tanto stanca di crepitare. Dio l'acqua che mi spegne, Dio la scintilla che mi fa riardere.
Dio è la mia perseveranza, la ricerca incessante del bene, di ogni bene che non sia solo mio.
Dio mi ha convinta della brevità delle distanze e mi ha trascinata sulle nuvole oltre i confini geografici che tagliano il Creato in linee rette e impongono limiti artificiali alla libertà che Lui ci ha donato. I tramonti dell'Albania, il calore delle persone e la loro accoglienza genuina erano Dio. I colori delle Filippine, l'oceano e la precarietà della vita dei pescatori e delle loro famiglie è Dio.
Sì il “mio Dio” è questa Libertà, quella con la lettera maiuscola, che non è, semplicisticamente, la libertà di “fare ciò che voglio” quanto piuttosto quella di “fare ciò che Lui vuole”. E Lui, Dio, vuole semplicemente che ciascun essere umano possa sentirsi amato, e quindi amare, per godere di un Dono che da solo conta e che si chiama Vita; quella che se scartata riesce a riversarti nel cuore felicità, incredulità, stupore paragonabili a quelli di un bambino che apre vogliosamente un regalo ricevuto senza domandarsi Chi ma solo Cosa.
Io invece, adulta pronta a “farsi bambina”, so Chi/cosa è per me Dio e Chi/cosa non è perchè ne ho fatto esperienza (e ho scelto di conoscerlo!) e se non Lo sperimenti non è fede. È religione per alcuni, pura astrazione per altri.
La mia fede, in quanto ascolto, è Dio in ogni parola che entra nel cuore dell'uomo, lo penetra a tal punto che non ha più via di scampo se non quella di togliere l'àncora e salpare verso l'ignoto (“Mistero”...) su una barchetta di nome “GRAZIE”.
La libertà che il “mio Dio” mi offre, e nient'affatto impone dal momento che sono dotata di libero arbitrio, è talmente grande che io non so gestirla poichè mi sento talvolta troppo grande, talvolta troppo piccola. Io infatti mi perdo nelle banali risposte. Allora, Lui che è Dio e mi ama, mi sussurra, spesso non troppo delicatamente, che sebbene le risposte possano essere banali oggi, le domande non dovrebbero esserlo affatto (“ricerca di senso” la chiamano...).
Ecco Dio quando mio fratello Giuseppe mi ha raccolto allo stato embrionale perchè chiusa in convenzioni sociali e religiose che nulla hanno a che vedere con Dio e mi ha sussurato: “Rò tu sei mia sorella...!” e poi mi ha trascinato nel mondo divertente delle droghe leggere dove ci perdevamo nelle guide spericolate a retromarcia in autostrada.
Dio sono i brividi che sento quando SENTO e un nodo mi stringe la gola fino a quando i mille pensieri non si trasformano in lacrime fruttuose che mi ricordano quanto sono fragile e intimorita. Dio sono le mie lacrime oggi se penso a mia nipote Esperanza che mi manca da morire, sono i capelli della piccola Penelope Astrid che mi fanno tanto ridere.
Dio è il mio bisogno di amare e di essere amata poiché, in quanto essere umano, l'accento cade sulla condizionalità dell'offerta.
Dio è il mio posto libero, che non è “mio” poiché non me lo sono comprato. È il (mio) posto donato a chi vuole provare come si sta dove la libertà ti conduce, a chi è costretto ad abbandonare il proprio posto perchè un altro essere umano, NON DIO, lo vuole doppio. Il (mio) posto libero, è il posto di chi non ha posto.
Il “mio Dio” è quello che per alcuni milioni “non è”, è uno dei tanti senza nome, è IL senza nome, quello invocato, quello deprecato, quello bestemmiato.
Dio sono le mie relazioni, gli amici di sempre e quelli di ieri, preti (“rematori speciali della Parola”), suore (donne da s-velare), atei e agnostici che ci tengono a sottolineare la differenza.
Dio è la voce che implora di essere ascoltata, mentre tutti credono che Lui stia in silenzio. È ciò che lega non ciò che divide. È il tutto Divino e il troppo Umano.
Dio è l'emozione profonda che accomuna me e il compositore della musica che ora sto ascoltando e che guida la mia mano sulla tastiera durante le ore notturne, in un impulso innarrestabile a scrivere, scrivere e scrivere tutto quello che per me è Dio, senza l'assurda pretesa di abbracciarlo in un foglio elettronico....

venerdì 19 agosto 2011

Chi sarà a raccontare?


"Poserò la testa sulla tua spalla
e farò
un sogno di mare
e domani un fuoco di legna
perché l'aria azzurra
diventi casa
chi sarà a raccontare
chi sarà
sarà chi rimane
io seguirò questo migrare
seguirò
questa corrente di ali" F.D.

venerdì 12 agosto 2011

IL MIO NUOVO CREDO

Creo en el Dios liberado del Vaticano y de todas las religiones existentes y por existir. El Dios que antecede a todos los bautismos, preexiste antes que los sacramentos y desborda todas las doctrinas religiosas. Libre de los teólogos, se derrama gratuitamente en el corazón de todos, creyentes y ateos, buenos y malos, de los que se creen salvados y de los que se creen hijos de la perdición, y también de los que son indiferentes a los abismos misteriosos del más allá de la muerte.

Creo en el Dios que no tiene religión, creador del Universo, donador de la vida y de la fe, presente en plenitud en la naturaleza y en los seres humanos. Dios orfebre de cada ínfimo eslabón de las partículas elementales, desde la refinada arquitectura del cerebro humano hasta el sofisticado entrelazado del trío de cuarqs.

Creo en el Dios que se hace sacramento en todo lo que acerca, atrae, enlaza y une: el amor. Todo amor es Dios y Dios es lo real. En tratándose de Dios, dice bellamente Rumi, no se trata del sediento que busca el agua sino del agua que busca al sediento. Basta con manifestar la sed y el agua mana.

Creo en el Dios que se hace refracción en la historia humana y rescata todas las víctimas de todo poder capaz de hacer sufrir al otro. Creo en teofanías permanentes y en el espejo del alma que me hace ver a Otro que no soy yo. Creo en el Dios que, como el calor del sol, siento en la piel, aunque sin conseguir contemplar o agarrar el astro que me calienta.

Creo en el Dios de la fe de Jesús, Dios que se hace niño en el vientre vacío de la mendiga y se acuesta en la hamaca para descansar de los desmanes del mundo. El Dios del arca de Noé, de los caballos de fuego de Elías, de la ballena de Jonás. El Dios que sobrepasa nuestra fe, disiente de nuestros juicios y se ríe de nuestras pretensiones; que se enfada con nuestros sermones moralistas y se divierte cuando nuestro arrebato profiere blasfemias.

Creo en el Dios que, en mi infancia, plantó una acacia en cada estrella y, en mi juventud, se asomó cuando me vio besar a mi primera enamorada. Dios fiestero y juerguista, el que creó la luna para engalanar las noches de deleite y las auroras para enmarcar la sinfonía pajarera de los amaneceres.

Creo en el Dios de los maníaco-depresivos, de las obsesiones sicóticas, de la esquizofrenia alucinada. El Dios del arte que desnuda lo real y hace resplandecer la belleza preñada de densidad espiritual. Dios bailarín que, sobre la punta de los pies, entra en silencio en el palco del corazón y, comenzada la música, nos arrebata hasta la saciedad.

Creo en el Dios del estupor de María, del camino laboral de las hormigas y del bostezo sideral de los agujeros negros. Dios despojado, montado en un borrico, sin piedra donde reclinar la cabeza, aterrorizado de su propia debilidad.

Creo en el Dios que se esconde en el reverso de la razón atea, que observa el empeño de los científicos por descifrarle su juego, que se encanta con la liturgia amorosa de cuerpos excretando jugos para embriagar espíritus.

Creo en el Dios intangible al odio más cruel, a las diatribas explosivas, al corazón hediondo de aquellos que se alimentan con la muerte ajena. Dios, misericordioso, se agacha hasta nuestra pequeñez, suplica un suave masaje y pide arrullos, exhausto ante la profusión de idioteces humanas.

Creo, sobre todo, que Dios cree en mí, en cada uno de nosotros, en todos los seres engendrados por el misterio abismal de tres personas unidas por el amor y cuya suficiencia desbordó en esta Creación sustentada, en todo su esplendor, por el hilo frágil de nuestro acto de fe.


*Frei Betto, domenicano brasiliano, teologo e scrittore.



venerdì 5 agosto 2011

ARRIVATA: POCO SANTA E MOLTO SALVA

Ebbene, neanche una settimana dal mio arrivo a Pontevedra (se non sai il nome del luogo non fai caso al piccolo ponticello in pietra che accompagna l'ingresso nella cittadina!) e ho avuto il piacere di visitare l'efficentissimo e ordinatissimo ospedale pubblico di Bacolod. Il mio corpo non ha retto l'impatto climatico o ha semplicemente sfogato l'attesa e il travaglio dei mesi che hanno preceduto la partenza? E chi può dirlo! Io, che adesso mi sento meglio, punto sulla seconda: una semplice infezione alle urine che verrà presto rimossa attraverso la pulizia del corpo e dell'anima. Cura antibiotica, bere tanta acqua, quella di cocco è consigliata, respirare aria pulita, addirittura fresca in questo tempo, tai-chi, massaggi filippini per la rimozione dello stress (che non pago certo ma accetto come scambio di lezioni di cucina e lingua italiana), riposo e poiché mi fido di certi Saggi, lectio, oratio, meditatio, contemplatio.

...L'unico effetto negativo della purificazione sono le zanzare che hanno iniziato ad aggredirmi!

La cortesia e la disponibilità del personale medico filippino, così giovane e bello, nonché la rapidità nel fornire i risultati delle analisi svolte NON è GRATIS. Ecco il budget della mia piccola gita in ospedale:

CONSULTATION FEE (normale CHECK-up) 500 pesos
14 pasticche DI ANTIBIOTICO (contate) 999 pesos
ANALISI DEL SANGUE E DELLE URINE 265 pesos

TOT. 1764 pesos1


Io, thank God, ho avuto una semplice infezione che non ha avuto conseguenze né richiesto il ricovero. In questi giorni la comunità si sta facendo carico, anche economicamente, delle cure di un anziano signore che necessita di operazione alla prostata. Solo il ricovero costa 10.000 pesos, mentre l'operazione 200.000 pesos = 2000 $.
Grazie all'interessamento di alcune donne tuttavia, un medico filippino assumerà, con buone probabilità, la responsabilità dell'operazione a costo zero (apprezziamo e invitiamo a cena, unica cosa che ci si può permettere!).

ENJOY YOUR HEALTH CARE SYSTEM, please!

Ilo-Ilo e Buro-Buro (da queste parti ci piace ripetere in modo che sia chiaro!)



11 euro = 60 pesos, cambio di Manila; 1 euro= 58 pesos cambio di Bacolod, capoluogo dell'isola di Negros